Breve analisi di una potenziale pletora di vomito

Melodiosi sbadigli mentre il festival della lambada sconvolge lo stomaco, mentre i polmoni ospitano aliti cosmopoliti, Pechino e Caracas grattano le pareti di una trachea che chiede pietà.

La nebbia tra le interiora copre gli applausi, come coltre rumorosa tra le gioie danzanti.

Archivi ordinati in una scatola morbida e inerme, tra terremoti e ragnatele.

Spuntavano arcobaleni per rischiarare le notti che bombardavano le pareti di lamenti, scrivevano le loro paure in pergamene pronte a frantumarsi al più lieve dei rintocchi.

Il pendolo proseguiva, arrestato talvolta da strette improvvise di tentacoli nervosi – rallentava – poi infuriato proseguiva, raccogliendo le briciole di una gloria insensata, finchè tutto non finiva.

Domani credo mi darò malata.

 

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